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dai GIORNALI di OGGIL'ex premier ha parlato alla trasmissione In Mezz'ora su Raitre E aggiunge: "Il comportamento del premier denuncia fragilità" D'Alema: "Berlusconi in declino Opposizione sia pronta a scosse" Il premier parla di complotto perché è un leader dimezzato "Confermo che sosterrò Bersani candidato alla segreteria del Pd" 2009-06-14 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-06-14 il presidente di Italianieuropei in tv: l'opposizione sia pronta a prendersi responsabilità D'Alema: "Nel governo ci saranno scosse, l'opposizione sia pronta e responsabile" "Berlusconi è animato dal mito dell'eterna giovinezza, un mito pericoloso". Ma Bonaiuti: ha preso un colpo di caldo ROMA - Silvio Berlusconi "è ormai un leader dimezzato" e viste le difficoltà con cui l'esecutivo gestisce la crisi economica e le questioni internazionali c'è da aspettarsi che la maggioranza si attraversata da "scosse" che imporranno all'attuale opposizione di reagire assumendosi le proprie responsabilità. Lo ha detto l'ex vicepremier Massimo D'Alema, ospite su Raitre di "In mezz'ora". "La vicenda italiana potrà conoscere delle scosse, non c'è dubbio - ha rilevato l'esponente del Pd -. Berlusconi è animato dal mito dell'eterna giovinezza, un mito pericoloso". Per scosse, ha precisato il presidente della fondazione Italianieuropei, si intende "momenti di conflitto, di difficoltà, anche imprevedibili, che richiedono un'opposizione in grado di assumersi le proprie responsabilità". "BERLUSCONI LEADER DIMEZZATO" - "Più che di bomba parlerei di un petardo, Berlusconi avverte qualcosa che forse gli italiani non hanno ancora pienamente percepito ma è chiarissimo a chi osservi la politica e abbia un minimo di visione internazionale: il capo del nostro governo è un leader dimezzato, colpito nella sua credibilità, è molto debole anche all’interno del paese" ha poi aggiunto D’Alema. "Non bisogna scambiare l’arroganza con la forza politica, il governo non fa nulla di fronte alla crisi, è incapace di fare le riforme, questa situazione di debolezza suscita in lui la reazione tipica di chi non ha la forza umana di affrontare problemi e attribuisce tutto questo ad un complotto". Di qui la necessità per l'attuale opposizione di tenersi pronta: "Il problema è mettere in campo una proposta politica in grado di unire la maggioranza del Paese - ha sottolineato D'Alema - Noi abbiamo fondato il Pd non per eliminare la sinistra ma per eliminare il trattino. Il Pd non è autosufficiente e deve mettere in campo un grande progetto". Non è un bricolage ma riguarda la capacità di mettere in campo delle idee nuove e fare una nuova sintesi". "UN COLPO DI CALDO" - Non c'è voluto molto prima che dal centrodestra arrivassero reazioni alle parole dell'ex premier diessino. "Ma di quali scosse sta parlando D'Alema - si chiede il portavoce di Berlusconi, il sottosegretario Paolo Bonaiuti -? La sinistra non vuole forse rispettare il voto democratico liberamente espresso dagli elettori? L'ipotesi più probabile è che D'Alema abbia sofferto un colpo di caldo". Il vicepresidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, commenta invece che "è indubbio che negli ultimi mesi il dibattito all’interno del Pd si sia fatto ’elettrico’ a causa della crisi di identità e di leadership e che ciò induca Massimo D’Alema a parlare di ’scosse’ e a invocarle per quanto riguarda il governo, ma sono tutti fenomeni che riguardano la sua parte politica, non la maggioranza che sostiene il governo, che è in ottima salute: anziché parlare di minacce, di attentati alla libertà di stampa, di scosse e di altri improbabili smottamenti, sarebbe bello se l’opposizione fosse cosi matura da parlare di riforme, dialogo e dibattito". 14 giugno 2009
Il retroscena E Silvio si sente nel mirino: pronto a nuove offensive sperando nell’asse con Bossi I timori di un "governo di emergenza economica" ROMA — Ora inizierà la caccia a "mister x", a quella "persona" che avrebbe dovuto "destituire" il Cavaliere con un "piano eversivo", costruito — secondo il premier — sulle "quattro calunnie messe in fila contro di me": "Veline, minorenni, Mills e voli di Stato". Gli indizi non mancano per costruire un teorema, ma la caccia al personaggio misterioso resterà un gioco di società, un gossip sul gossip, almeno finché reggerà il patto tra Berlusconi e Bossi. Perché è vero che il Cavaliere si sente nel centro del mirino, e non perde mai di vista le ombre da cui si sente circondato: ascolta le voci del Palazzo dove si ipotizza un fantomatico "governo di emergenza economica ", testa la notorietà e il gradimento di personaggi come Draghi e Montezemolo, e scruta soprattutto i movimenti di importanti cariche istituzionali e di autorevolissimi membri del suo stesso gabinetto, cercando di capire il gioco a incastro con pezzi dello Stato, presunti artefici di un’operazione comunque interna al centrodestra. Così s’intuisce, a decrittare la battuta del ministro Rotondi, che nelle settimane scorse ha parlato del "tentativo di creare un moderno caso Montesi ma senza vittime". Sembra di rivedere le scene del film Todo Modo tratto dal romanzo di Sciascia, dove i potenti leader democristiani riempivano la stanza di santità prima di lasciar spazio ai refoli del maligno. Nell’inner circle di Berlusconi si avverte il nervosismo che il leader trasmette a fasi alterne. Perché ancora l’altro giorno, per ore e ore, si è appartato con la Brambilla per studiare uno spot con cui promuovere il turismo nazionale all’estero. E quando l’ha illustrato — spiegando che nel filmato avrebbe avuto il ruolo di promoter delle bellezze italiche — gli è stato fatto notare che il copione somigliava un po’ alla pubblicità dei tortelli Rana. "Se permettete — ha risposto sorridente il premier — sono un figurino niente male rispetto all’amico Rana". Insomma aleggia un misto di ansia e ilarità attorno al problema, che però esiste a sentire i boatos provenienti da alcune procure, o il commento del ministro Gelmini dopo la denuncia del "piano eversivo" da parte di Berlusconi: "Credo che abbia qualche motivazione per essere preoccupato". Ma ci sarà un motivo se il premier è passato politicamente indenne per quindici anni attraverso numerose traversie giudiziarie, mentre ora sembra accusare il colpo per storie più da rotocalco rosa. È come se avversari senza volto e senza nome avessero trovato il suo punto debole. Ed è stato proprio il Cavaliere a offrire il fianco, è stato lui ad accendere la miccia, andando a Casoria per la festa di Noemi che lo chiama "papi". Nell’ultimo report riservato sul "giudizio dei leader", redatto da Ipsos per il Pd, c’è il segno evidente di quanto la vicenda abbia impattato sulla politica. Prendendo come date di riferimento i test del 22 aprile e dell’11 giugno, si nota come Berlusconi è sceso dal 60% al 53,1% (con un minimo che ha toccato il 51%); Franceschini è calato dal 49,1% al 43,7% (con un gradimento comunque superiore al partito di tre punti); mentre Bossi è salito dal 40,2% al 46,4%; Di Pietro è passato dal 40,1% al 42,1%; e Casini è balzato dal 47% al 51,8%. Il lavorio ai fianchi del Cavaliere, quel "tarlo" insinuato nell’opinione pubblica hanno lasciato il segno. Ed è vero che dalle urne è emersa una tendenza chiara verso il centrodestra, ma l’immagine di Berlusconi è stata logorata. Specie a livello internazionale. Cosa succederebbe se dovessero concretizzarsi i timori del premier e di molti esponenti del Pdl? Se cioè lo stillicidio dovesse proseguire? Se altre vicende, magari senza risvolti giudiziari, chiamassero ancora in causa il Cavaliere sulla base dell’odierno canovaccio? Il provvedimento approvato dalla Camera sulle intercettazioni telefoniche non è ancora legge. E comunque — è già accaduto con le foto di Villa Certosa — non garantirebbe all’estero. È immaginabile cosa accadrebbe se i media stranieri rilanciassero durante il G8. Forse allora è questa la vera chiave con cui interpretare la sortita di Berlusconi davanti ai giovani industriali. La denuncia di un "piano eversivo" è un modo per prepararsi e preparare il Paese a un’eventuale nuova offensiva. Non voleva essere una battuta, quella fatta dal Cavaliere giorni fa, quando ha detto: "Sto preparando un matrimonio tra Noemi e Mills, e metterò loro a disposizione un aereo di Stato". Era un segnale non una boutade. Quindi, più che ricostruire l’identikit di "mister x", sarà decisivo verificare quanto è solido l’asse tra Berlusconi e Bossi, e se davvero il Senatùr — come ha fatto capire — non accetterà di appoggiare qualsivoglia esecutivo in cui il Cavaliere non sia il premier. Se così fosse, un’eventuale crisi di governo si trascinerebbe fino a traumatiche elezioni anticipate. Scenari di cui si discute nei palazzi istituzionali. Ma perché se ne discute oggi se il governo Berlusconi dovrebbe durare ancora quattro anni? Francesco Verderami 14 giugno 2009
IL COMMENTO Parole fuori luogo: la politica e l’usanza di accusare i giornali Berlusconi dovrebbe indicare anche qual è l’Italia che, a suo giudizio, la stampa dovrebbe raccontare Dice il presidente del Consiglio che la stampa "dipinge un’Italia che non è quella reale". L’affermazione è, come sempre, un po’ perentoria, ma contiene un elemento di verità: se mai un giorno venissero convocati, gli stati generali dell’informazione italiana farebbero bene a rifletterci su. Non sarebbe male, però, se nel frattempo Silvio Berlusconi ci dicesse pure, anche per capire meglio di che cosa stiamo parlando, qual è l’Italia vera che i giornali dovrebbero, a suo giudizio, raccontare. Perché quella che ha raccontato lui ai giovani industriali troppo vera non sembra. Almeno a prima vista. Nessuno si era accorto, per esempio, che, mentre il governo (secondo Berlusconi, uno straordinario consiglio di amministrazione dell’azienda Italia) faceva miracoli, tra veline, Noemi, voli di Stato e caso Mills stesse prendendo corpo sui giornali, o su alcuni giornali, un complotto. Anzi, un "progetto eversivo" contro il premier, al fine di sostituirlo con qualcuno che, a differenza di lui, non è stato eletto dal popolo. Una specie di golpe bianco, fortunatamente sventato dal voto popolare. Come suol dirsi: urgono chiarimenti. In ogni caso: nell’Italia che vorremmo, e dovremmo, raccontare ci piacerebbe non dover registrare appelli più o meno obliqui agli imprenditori di un capo del governo, fa nulla se di destra di centro o di sinistra, perché neghino la pubblicità alla stampa "catastrofista", complice o magari mosca cocchiera(in altre occasioni Berlusconi aveva preferito definirla scendiletto) di un’opposizione anch’essa malata di inguaribile disfattismo. È vero che poi Palazzo Chigi ha corretto il tiro, spiegando che lo strale polemico era rivolto a Franceschini e non ai giornali. Ma, anche a voler prendere per buona la precisazione (peraltro smentita poche ore dopo), non ci siamo: il presidente del Consiglio intendeva forse dire che i giornali dovrebbero concedere meno spazio o non concederne proprio, al leader del più grande partito di opposizione? Non è solo questione di gaffe e, a guardar bene, non è nemmeno solo questione di Berlusconi. La politica (la politica di governo in primo luogo, ma anche quella di opposizione) non riesce a dimettere una volta per tutte l’usanza, antica e consolidata, di scrutare i giornali per scoprirvi più o meno ogni giorno ambigue trame, torbidi intrighi, oscuri complotti in suo danno; e di dividere i giornalisti in corifei da premiare e in nemici da stroncare. E fatica, oggi più di ieri, a tenere nel dovuto conto quelle libertà fondamentali di una democrazia moderna che sono la libertà di opinione e la libertà di informazione. Anche quando ha buoni motivi per ritenere che vengano coscientemente esercitate in suo danno. Anche quando la tentazione di passare ai modi bruschi rischia di farsi irresistibile. Eppure da noi i giornali non fanno cadere i governi e, a quanto pare, non spostano nemmeno voti: per quanto possano essere vicini all’opposizione, se questa è politicamente latitante non bastano a surrogarla. Non è il caso di gridare al fascismo alle porte e alla stampa imbavagliata. Ma è il caso di ricordare che il clima è dei peggiori, e che il varo alla Camera del disegno di legge sulle intercettazioni, che la libertà di informazione senza dubbio la riduce, non lo migliora davvero. Proprio nelle stesse ore in cui Berlusconi parlava a Santa Margherita, ai valori fondamentali di cui abbiamo detto faceva aperto riferimento, a Napoli, intervenendo al vertice Uniti per l’Europa, il capo dello Stato. Per esprimere piena fiducia "nell’attaccamento delle opinioni pubbliche ai principi liberali, particolarmente a quelli della libertà e del pluralismo dell’informazione". Non sappiamo che cosa farà il capo dello Stato quando la legge sarà approvata definitivamente. Ma quella fiducia abbiamo il dovere di condividerla fino in fondo. Paolo Franchi 14 giugno 2009
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2008-06-14 L'ex premier ha parlato alla trasmissione In Mezz'ora su Raitre E aggiunge: "Il comportamento del premier denuncia fragilità" D'Alema: "Berlusconi in declino Opposizione sia pronta a scosse" "Il premier parla di complotto perché è un leader dimezzato" "Confermo che sosterrò Bersani candidato alla segreteria del Pd" D'Alema: "Berlusconi in declino Opposizione sia pronta a scosse" Massimo D'Alema ROMA - Massimo D'Alema chiama a raccolta l'opposizione. Lo fa dagli schermi della trasmissione In 1/2ora, condotta da Lucia Annunziata su Rai Tre. "L'opposizione sia pronta in caso di scosse" dice l'ex presidente del Consiglio. Poi un duro attacco nei confronti di Silvio Berlusconi, per le parole usate ieri su un presunto "piano eversivo" contro di lui. Le "scosse". "Nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse", risponde D'Alema ad Annunziata che gli domanda del 'complotto' paventato dal premier. "Anche perché - osserva - Berlusconi non è uomo che accetti il declino politico e umano, animato com'è da un mito dell'eterna giovinezza, miti sempre pericolosi...". Ma che vuol dire prefigurare "scosse", chiede l'intervistatrice? "Scosse significa momenti di conflitto, difficoltà anche imprevedibili. Del resto, le scosse sono così, imprevedibili". "Questo - continua - richiede che l'opposizione sia in grado di assumersi le proprie responsabilità e anche che sia nella pienezza delle sue funzioni". "Nessun complotto". "Non c'è alcun complotto. C'è la condizione di un presidente del Consiglio che unisce, a una notevole arroganza e violenza verbale, una grande debolezza sostanziale, cioè incapacità di governare il paese, e anche di immagine, specialmente sulla scena internazionale". In una situazione "così debole", aggiunge D'Alema, "è chiaro che la tentazione di dare la colpa a qualche oscuro complotto diventa la scorciatoia, anziché fare i conti con le ragioni di questa debolezza, che sono nella fragilità e nei comportamenti del presidente del Consiglio". "Governano i pretoriani di Bossi". "Nel centrodestra c'è un malessere evidente" e a comandare è "la guardia pretoriana, che è Bossi", ha detto l'ex presidente del Consiglio. Sottolineando che d'altra parte si tratta di una condizione tipica da fine impero, "quando le guardie pretoriane hanno sempre più potere dei senatori". La candidatura di Bersani. "Confermo che sosterrò Bersani come candidato alla segreteria del Pd. Io ho sempre fatto quello che ho detto, è sufficiente che lo dica una volta sola, non è necessario che lo confermi sempre", dice D'Alema. "Una candidatura come la mia avrebbe senso in una sorta di emergenza nazionale. Non credo, però, che siamo alla necessità di richiamare la vecchia guardia per salvare il salvabile". Politica estera. "Ritengo sia positivo che finalmente dopo tanto tempo anche il presidente del Consiglio italiano possa incontrare il nuovo presidente americano. Certo, colpisce non poco che Obama sia venuto in Europa due volte, saltando l'Italia, quando l'Italia è presidente di turno del G8 e una tappa a Roma sarebbe stata obbligata", osserva D'Alema parlando dell'incontro a Washington tra Berlusconi e il presidente americano Barack Obama. Quanto al G8 in programma all'Aquila, "spero che l'Italia se la cavi bene - dice D'Alema - è doveroso tifare per il nostro paese, anche se non abbiamo uno splendido allenatore in panchina". (14 giugno 2009)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-06-14 D'Alema: "Presto ci saranno scosse" "Nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse". Massimo D'Alema risponde così a Lucia Annunziata che gli domanda del "complotto" paventato da Berlusconi. "Anche perché - osserva - Berlusconi non è uomo che accetti il declino politico e umano, animato com'è da un mito dell'eterna giovinezza, miti sempre pericolosi...". Ma che vuol dire prefigurare "scosse", chiede l'intervistatrice? "Scosse significa momenti di conflitto, difficoltà anche imprevedibili. Del resto, le scosse sono così... imprevedibili...". "Questo - riprende - richiede che l'opposizione sia in grado di assumersi le proprie responsabilità e anche - sottolinea - che sia nella pienezza delle sue funzioni". Spiegando, in seguito, a cosa si riferisse e a chi guardasse Berlusconi quando parla di "complotto" D'Alema ha precisato: "Non c'è dubbio che Berlusconi si riferisce al suo mondo: noi siamo all'opposizione ed è certo che noi non difendiamo la sua maggioranza. Teme quelli intorno a lui". Il presidente di ItalianiEuropei ha sottolineato che il premier è "un leader dimezzato, colpito nella sua credibilità, non solo a livello internazionale, ma anche nel Paese" perché "incapace di fare riforme". "Nel centrodestra c'è un malessere evidente" e a comandare è "la guardia pretoriana, che è Bossi. Le guardie pretoriane hanno sempre più potere dei senatori". Passando poi al Pd D'Alema ha detto che "il miglior segretario è quello che eleggeremo. Il Pd nella sua grande saggezza sceglierà il migliore". Alla domanda se lui candidasse ancora Bersani, D'Alema ha replicato: "Lo devo confermare tutti i giorni? Io ho sempre fatto quello che ho detto e basta che lo dica una volta, non c'è bisogno di ripeterlo". A Lucia Annunziata che ha insistito e gli ha chiesto se il ticket per la direzione del partito sarà quello di Letta e Bersani e D'Alema ha glissato: "Le darò una risposta non soddisfacente ma di congresso se ne parlerà dopo i ballottaggi, giustamente in questo momento abbiamo il dovere di vincere le elezioni e siamo impegnati in questo". Di' la tua 14 giugno 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-06-14 D'Alema attacca Berlusconi commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 14 giugno 2009 In merito al complotto paventato da Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, nel corso del programma 'In mezz'ora' condotto su Rai 3 da Lucia Annunziata, ha commentato: "Non c'è alcun complotto, naturalmente. C'è la condizione di un presidente del Consiglio che unisce ad una notevole arroganza e violenza verbale, una grande debolezza sostanziale, e cioè incapacità di governare il paese, e anche di immagine, specialmente sulla scena internazionale. E' chiaro che quando ci si trova in una situazione così debole la tentazione di dare la colpa a qualche oscuro complotto diventa la scorciatoia, anzichè fare i conti con le ragioni di questa debolezza, che sono nella fragilità e nei comportamenti del presidente del Consiglio". L'ex presidente del consiglio ha poi aggiunto che "la vicenda italiana potrá conoscere delle scosse, non c'è dubbio. Berlusconi è animato dal mito dell'eterna giovinezza, un mito pericoloso". Scosse intese come "momenti di conflitto, di difficoltà, anche imprevedibili, che richiedono un'opposizione in grado di assumersi le proprie responsabilità. Nel centrodestra c'è un malessere evidente e a comandare è la guardia pretoriana, che è Bossi. Infine, ironico, D'Alema ritiene "che sia positivo che finalmente dopo tanto tempo anche il presidente del Consiglio italiano possa incontrare il nuovo presidente americano. Certo, colpisce non poco che Obama sia venuto in Europa due volte, saltando l'Italia, quando l'Italia è presidente di turno del G8 e una tappa a Roma sarebbe stata obbligata". Parlando infine dell'incontro a Washington tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il presidente Usa, Obama, in programma domani alla Casa Bianca (ore 15 locali) in preparazione del vertice G8 dell'Aquila, D'Alema ha commentato "spero che l'Italia se la cavi bene. È doveroso tifare per il nostro paese, anche se non abbiamo uno splendido allenatore in panchina". A proposito del centrosinistra (senza trattino chiarisce -sottolinea il presidente di Italianieuropei), "il miglior segretario è quello che eleggeremo. Il Pd nella sua grande saggezza sceglierà il migliore" ha detto eludendo le domande dell'incalzante Annunziata su Pierluigi Bersani. "Il Pd non è autosufficiente e deve mettere in campo un grande progetto", osserva D'Alema che sul tema delle alleanze sostiene che "non è un bricolage ma riguarda la capacità di mettere in campo delle idee nuove e fare una nuova sintesi". "Una candidatura come la mia a segretario del Pd - sottolinea - avrebbe senso in una sorta di emergenza nazionale ma siccome ritengo che usciremo bene dai ballottaggi, non credo siamo all'emergenza per cui bisogna richiamare la vecchia guardia per salvare il salvabile". 14 giugno 2009
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